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MIC CHECK

by SIMA

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1.
Check-in 01:06
2.
Musica cara, mia dolce consorte Unica e rara, bene e male, vita e morte Sostieni chi confida in te, non abbandonarlo Impossibile sarebbe il resto e come affrontarlo Cicatrici chiuse solo ascoltando note Assimilando i testi o cercando in me una dote Creando le atmosfere azzeccate per il viaggio Osservando con gli occhi della mente il paesaggio Libero i pensieri poiché sei tu alla guida Prendimi teco, trasformi ciò che eran grida In ritmo, poesia con passione e poi gli incastri Scrivo le rime e dopo riavvolgo come i nastri Concentro le energie, la fatica paga dazio Inchiostro nero scorre fluido e riempie lo spazio Memoria alla base ed esperienze sulla carta Inizio il mio testo anche se l’aria è rarefatta. Musica stronza, mia dolce consorte Unica amara, vita puttana gambe corte Spenta non esisti, non dimenticarlo Impossibile come sto testo e sai di che parlo? Che se non ti creo dimmi dove sta l’aiuto? Assecondi tutti e questo l’ho sempre saputo Guarisci si ma solamente in prima fase Ubiquità, alla sera sei in tutte le case Arrivi dove addirittura non esiste dialogo Restituisci forza tipo uno psicologo Io ero incredulo ma ti ho sempre trovata Sempre disponibile malgrado un pò abusata Credevo fosse inutile e facessi tutto sola Invece il lavoro è di coppia come a scuola Meglio forse, tu sei molto democratica Importa avere cose da dire e metterle in pratica.
3.
Mare dentro 03:09
In mezzo al mare a naufragare coi pensieri sempre stato in alto mare esattamente come ieri eri pronto o no? o almeno si parevi esserlo fermo al porto, pronto a bordo per andare a chiederlo appaio, scompaio, penna e calamaio la vita è intermittente come la luce del faro ho tutto l’occorrente, c’è la luna non c’è vento ho un’ancora ma a spingermi è il cambio d’accento ancora una volta, ancora una vita ho sciolto la corda e ho incrociato le dita è un viaggio all’interno del mio io più nascosto che detto sincero io manco tanto conosco a tu per tu, un dejavù mi perdo nel blu l’agenda è immacolata ma ci devo bere su una bottiglia di Nikka, un boccettino d’assenzio il naufragar m’è dolce in questo assurdo silenzio. Ma qual’è il senso di stare a fissare intenso il mare mi pare immenso mi appare la luna e penso solo nella mia barca, una penna nella casacca una piccola agendina e pensieri nella bisaccia brindo a sta vitaccia che mi si legge in faccia prendo il bicchierino nascosto nell’altra tasca riflesso mosso come il mio viso in questa bonaccia la penna che setaccia, lei scava e mi minaccia traccia dopo traccia, ormai è carta straccia allaccio la casacca prima che il cuore si ghiaccia c’è terra lontana o forse solo un miraggio sogno o son desto, son libero ostaggio viaggio da fermo fermo son sempre stato confermo che mi sono perso e poi ritrovato son ritornato come un vecchio marinaio e proprio come lui attracco al molo e scompaio.
4.
Mai stato troppo tempo fermo attraccato al molo senza le nozioni su come stare in volo il mio moto perpetuo è un movimento imperfetto spalle dritte, gonfio il petto e resto in assetto seguo il vento cavalcandone le forme a un pelo dalla sabbia per non lasciare le orme qui non si dorme, un occhio resta sempre aperto son più le cose nuove che non ho ancora scoperto non mi fingo esperto, anzi correggo esperto lo sei e ti sei esposto e sofferto io spiego le ali ma voi non le capite non ci sono manuali su come leccar ferite le mie hanno la crosta e non le metto in mostra ci pensa la vita e ricordarmi quanto è tosta faccia tagliata in linea con il personaggio dalla parte sbagliata ma con tanto di coraggio. Tanto di coraggio senza trucco senza inganno l’impulso sta nel vivere senza paura a farlo sai di cosa parlo? ma sei che ormai hai capito punto a stare bene non a puntare il dito il mio appunto preferito: lo ripeto spesso “se vuoi cambiare il mondo prima cambia te stesso” ammesso che non sia facile ma indispensabile niente compromessi niente qui è troppo facile tengo giù il busto anche se troppo poco robusto setto l’andamento e m’imposto col passo giusto seguo il flusso confido sempre nel mio istinto che mi ha sempre salvato e sempre mi ha contraddistinto non ci sono regole stando fermi al suolo poiché sospesi in aria conta solo stare in volo mai planare bassi nemmeno in avaria si è accesa una luce ma è quella della cassa spia.
5.
Capricorno 04:14
Nato in pieno inverno a cavallo dei novanta nevicava in abbondanza c’era freddo nella stanza gioia esuberanza dei miei genitori ricolmi di speranza nel mondo là fuori già da dove sono nato si poteva capire non è “Villa delle Rose” il mondo è pieno di spine da Reggio la mia storia dove è iniziato tutto gli amici, la scuola, il calcio e il primo lutto di colpo tutto brutto tutto tutto senza senso tutto così grande così forte così intenso penso ancora oggi a quanto non sia stato facile credersi imbattibile pur essendo fragile pagine su pagine di rime e di parole grazie all’ascendente ho bilanciato le due cose l’amore poi l’odio, il cuore sul podio cicatrici sull’asfalto e polmoni pieni di iodio io, Dio, una relazione a tratti fatta di incomprensioni si e di grandi schiaffi si è indurito il cuore ma non più della testa le spine delle rose le ho sopra il costato a destra la via è questa, la meno illuminata secondo te quale strada è quella sbagliata? data la testardaggine contraddistingue il segno scelgo il buio e mi ci metto d’impegno mai rimasto fermo è un errore imperdonabile se non restare immobile a guardare impassibile impossibile, oltre ogni limite mi limito a spingere tutto avanti e intorno inizia a cedere da non credere, lo dice la Carta del Cielo Luna contraria, io Saturno non lo vedo non lo sento però lo percepisco porto a termine ciò che ho iniziato e finisco. Testa dura, come ogni santo giorno la mia cura aver la musica attorno con paura poiché domani è un altro giorno su misura, le rime tracciano il contorno. Gara pura come per ogni capricorno la cui natura è ripartire ogni giorno senza paura, ogni 31 mi aggiorno la forza oscura cresce dentro non guardando intorno. Quella da seguire nonostante tutto quanto la rotta personale seguo come un sogno infranto un segno nel vetro, trasparente ma profondo non mi fermo al muro, al massimo lo sfondo fondo passione come colori a bomboletta traccio l’outline non precisa ma di fretta qua nessuno aspetta né tanto meno il karma il micro, decisi allora e divenne arma di difesa, ma soprattutto di libertà nel nero il colore parole per chi non ne ha ogni sfumatura frantuma colora elabora la vita è sicura se unisco la teoria alla pratica la patente nautica se fluttuo tra i pensieri tutto può cambiare qui, tranne il tuo ieri penso al mio presente, giorno per giorno arriverò al domani e qui non farò ritorno.
6.
Soave 03:05
Tutto partito da un paesino e i suoi abitanti ricordo infinito fatto di sogni e di rimpianti tanti gli amici e gli istanti tempi passati diamanti grezzi tanto rari quanto sfaccettati scheggiati dalla vita che non sempre è stata easy soldati in gioventù attraverso varie crisi precisi i ricordi scanditi nella memoria incisi con l’inchiostro sul libro della mia storia gloria a ciò che è stato che non tornerà più indietro vittoria nessuna ma almeno io non arretro come il vetro, trasparente ma molto fragile nessun segreto, ho imparato dalle mie lacrime pagine su pagine e molto è da trascrivere puntini al margine, episodi devo vivere esprimere su un foglio bianco tutto ciò che sento lettere in grassetto che lottano col vento. Sono ciò che sono grazie a quello che ho vissuto un suono di cassa e rullante dentro a un cuore muto ho saputo dare un nome al battito, Don e Mr. Nilo ho avuto buoni amici che ancora stanno in cammino vicino al mio percorso di vita e musicale inclino la testa e dentro sento strumentale sale la fotta ogni volta che penso al Soave cicale d’estate e i miei pensieri chiusi a chiave grave sarebbe stato rimanere schivi nave pirata fatta di sogni e di obiettivi privi di una mappa ma pieni di passione attivi in uno studio o a correre dietro ad un pallone in ogni condizione non smetto di sognare in ogni situazione cerco sempre di spaccare scappare non fa per me, io dovunque resto faticare a crescere mi ha reso uomo presto.
7.
Transit 01:11
Ancora nel mio viaggio sempre solo resto zitto penso a quel che ho detto, leggo ciò che ho scritto cerco ancora il sole trovo acqua sulle suole la pioggia ancora insiste il sole è andato altrove dove di preciso non lo so e non mi interessa viaggio con la testa mentre il traffico mi stressa pressa nella testa riflessa resta questa immagine perplessa di una strada un pò complessa. Proseguo nel mio viaggio sempre solo tiro dritto penso a quel che ho detto rileggo ciò che ho scritto in cerca del mio sole tra le nuvole le suole la nebbia ancora insiste il sole è andato altrove dove di preciso non lo so ma m’interessa viaggio con la testa mentre il traffico mi stressa pressa nella testa perplessa resta questa immagine riflessa di una strada compromessa.
8.
Via Emilia 03:15
Solo una via ma tanti i chilometri corsi posto sicuro lavoro futuro e dossi fossi stato meno frettoloso non l’avrei intrapresa la seicento rossa una salita e sua discesa poi la sua fine l’Opel Corsa e il nuovo bivio purché si vada si ma dove ok qual’è il motivo? sentirmi inutile o sentirmi solo un pò più vivo? da casa a chiesa casa lavoro ma operativo privo di traffico ma con a bordo musica cambio canale si ma questa è una traccia unica da imprenditore di me stesso non è proprio uguale passare a controllare le ceramiche d’estate comunicare cambiamenti e farlo via radio la stessa radio che ora utilizzo in magazzino tutto nuovo nuova casa nuova city nuovo studio coi vecchi amici e nuovi altri sempre in cammino da Reggio a Parma e poco dopo Parma Reggio 90 bpm e potrebbe andare peggio non indietreggio, proprio come ho sempre fatto niente pareggio, porto il 10, Roberto Baggio saggio non lo sono ma ho fatto esperienza indispensabile per strada come la benza il mood è questo, tasto play ingrano la prima fari spenti, testa viaggia mentre sto alla guida. La bobina gira la lascio girare mi perdo con gli occhi fissi fuori a guardare il tempo che cambia le luci che si spengono le tag sul garage che a malapena si leggono scruto il paesaggio seduto sopra i miei pensieri che cambiano a ogni passaggio come sti sentieri che girano in testa come vinili sulla piastra tipo una giostra seduto sulla mia Opel Astra rifletto come solito fare il vetro davanti in stazione al binario 89 rimpianti tu parti o resti o resti solo da ste parti resti solo o parti solo per non annoiarti la via è sempre la stessa eppure non la riconosco più è un dejavù guardo su e non ci son più i semafori ma solo stelle a luce intermittente senza più noi, senza più me senza la stessa gente tutto è cambiato ma tutto resta uguale in fondo affondo il piede nella nebbia in cui io mi nascondo con gli occhi chiusi, sogni sfusi gli incubi appesi sono insieme ai demoni che non si sono arresi il buio mi circonda eppure non mi fa paura sono in fase di sviluppo come in camera oscura la luce sta fuori ma come i tori vedo rosso pronto a rincorrerli e a levarmeli di dosso.
9.
Yard 02:33
E’ passata mezzanotte fuori la città che dorme le ombre che si allungano io ricarico le forze in ordine qui niente è evidente qui niente è in forse il mezzo è già fermo sul primo, il palo è di fronte c’è una rete di metallo che a rombi offre una visuale per terra cinque pezzi di vetro pronti a tagliare poco male, scavalcare un salto e siamo dentro non si torna indietro, silenzio, non c’è vento tutto perfetto niente bozzetto tutto in “freesta” Meck davanti io in mezzo Lante a chiudere la lista lettere d’argento come i Colle Der Fomento sacra arte urbana non è moda del momento decodifica gli incastri assicurati di leggere la missione sta nel codice non solo lettere visita il quartiere vai a spasso tra alfabeti museo di strada troppo ingombrante per le pareti. Beat Belton Skinny Fat Cap Kobra paint, Ironlak Montana e Clash Flow Hardcore, Top 2 Bottom, mille flop End 2 End, loop, drop, wholecar con i bro Modalità aereo, telefono in tasca lo sfondo omogeneo veloce come al Nascar nero mascara outline bella spessa luce in carrozza e ho tutta l’ansia che pressa ma l’adrenalina che passa da parte a parte mi fa creare lettere erette a regola d’arte libera espressione un estensione del pensiero famelico di sfumature seguendo un criterio su questi ciottoli muovo veloce i passi primo lo stile secondo non puoi distrarti un passo falso e tac scatta l’imboscata però un momento…missione salvata su indelebile rullino 800 Agfa siamo fuori col fiatone e gli attacchi d’asma notte fantasma ci vediamo in mattinata passa il treno noi al bar con birra ghiacciata.
10.
Numero zero 03:04
Non sono mai stato un seguace di questi numeri non ho un certificato che piace mostrar gli stupidi suoni nitidi si fanno spazio senza scorciatoie solo un punto netto a deviare le traiettorie ho puntato da sempre ad essere prolifico a far quadrare le cose anche nel momento più critico punto d’origine e fine di ogni concetto detto metto in discussione e lo mantengo bello stretto quel senso di fame e non sono mai soddisfatto punto in alto e penso spesso ad un contratto ma rimango attratto dall’amore a sta cultura in un mare di niente differente spazzatura è la mia legislatura l’ambito è l’artistico volevo fare poco e male facevo il politico ma fortunatamente io voglio comunicare crescere mentre lo faccio impara ad ascoltare. Io sono il numero vero, resto sempre indietro rimango allo zero fermo e non arretro tutti numeri uno ehy ma che succede amigo? “tutti pazzi” ed è qui che sta l’intrigo. Io sono il numero vero resto sempre indietro rimango allo zero fermo e non arretro tutti numeri uno ehy ma che succede amigo? “tutti pazzi” sulla stessa via di Endrigo. Partito da…va beh sembra scontato ma tutto ciò che dico è frutto di cos’ho imparato studiato ascoltato rapito dal volume alto di dischi in vinile, gocce di spray sopra l’asfalto senza guanti tanti elementi le dita sporche di acrilico poi nero inchiostro e dopo la polvere rime su rime, porto le mine come mine col mio porta-mine traccio linee di confine fino a che la fine non sarà a confine è lì che i numeri che posso dire? conteranno sine per sentito dire lo stile alla fine o ce l’hai o te lo inventi tutti in prima fila a fare numeri, contenti? io sono a zero, straniero come i Sangue Misto io numero zero voi meteore, “Chi l’ha visto?” rifletto, quanta scena in questa scena da 100 a 0 ci vuole un momento a fare pena. Io sono il numero vero, resto sempre indietro rimango allo zero fermo e non arretro tutti numeri uno ehy ma che succede amigo? “tutti pazzi” ed è qui che sta l’intrigo. Io sono il numero vero resto sempre indietro rimango allo zero fermo e non arretro tutti numeri uno ehy ma che succede amigo? “tutti pazzi” sulla stessa via di Endrigo.
11.
Questa è la storia di un altro figlio di puttana le radici al Sud i soldi al New York Copacabana come ogni settimana portava il suo pane a casa arrotondava con gli hamburger per sfida poi li mangiava ma dopo tutto chiuso tutto fermo da ristrutturare troppo l’orgoglio pungente come la fame o ti prepari un piano B altrimenti lascia perdere ma un giorno eccolo il treno che tu devi prendere di nome Don Shirley afroamericano musicista in partenza per il tour ma in assenza di un autista la meta è il Sud quindi una meta più che razzista Green Book per uno stato segregazionista la Cadillac accesa di colore light blue pronta a partire uno nove sei due un bacio a figli e moglie spegne lo Zenith avanti 8 settimane Tony i suoi soldi sono tanti. Partita la tournée Don Shirley trio al completo Tony che fa strada Oleg e George stanno dietro dal Bronx al Midwest, Kentucky poi North Carolina Mississippi per finire in piena Alabama prima tappa Louisville, davvero poco ospitale ma la voglia di uscire, andare a bere in un locale attira il musicista e la prepotenza bianca un pugno dopo l’altro mirando dritto alla faccia zigomi rossi labbra rotte e tutti fermi fecero scattare Lip per sti quattro vermi Don voleva bere proprio come tutti quanti a lui non fu concesso, era un nero in mezzo ai bianchi e in macchina le mani a 10 e 10 sul volante occhi sulla strada le date ancora tante l’importante, non solo talento in questo viaggio i cuori della gente si cambiano col coraggio. Con la violenza non vincerai mai ci vuole dignità dalla dignità non si prescinde, Shirley questo sa che cosa fa? un tour intero nel profondo Sud dove un nero non può andare e potrebbe non tornare più ma ancora una data Birmingham poi è finita tanta strada fatta tutta quanta però in salita ma a cena a Rocky Creek non è gradita la presenza 400 ospiti a ridere con prepotenza Nat King Cole fu il primo nero a farlo suonare e avere tutti sotto pronti a picchiarlo la musica non ha colore è nera e bianca Steinway tu ti senti forte si, chi cazzo sei ehy? “è il nono inning Tony dimmi tu che cosa fare? suonerò solamente se dirai di continuare” fanculo il locale andarono in un altro posto The Orange Bird e finalmente riconoscono “il nero qualsiasi” ma col grande talento sui tasti volava soave come fa il vento intrattenimento Tony Lip guarda sorridente un Cutty Sark e un occhiolino a dire: finalmente! ha vinto la musica e ha perso l’ipocrisia la stessa ipocrisia si è tramutata in rispetto in questa storia forza, coraggio e fantasia fanculo il razzismo e concludo con questo concetto.
12.
Tempo perso 03:03
Chiuso in cameretta con la fretta di chi non aspetta il tempo passa avanti veloce come in Lambretta con il vento in faccia tagliente come una lametta pressa, ormai è moda è solo un testa a testa puntare a stare in testa ma è solo un testa coda dove tutto ormai è finto tutti figli di uno slogan il tempo è prezioso e non intendo il deejay “emergency” la pandemia non è il Nintendo Day due anni recluso per via di un virus contagioso qui nessuno escluso anche il politico il mafioso a riposo forzato tutti fermi in quarantena ti senti condannato pronto a scontar la pena ma tutto sommato mi son trovato a far quesiti se aveva ancora un senso esprimersi tra sti spartiti tutti spariti a vivere una strana quotidianità inghiottiti dalle paure e le fragilità ma alla fine, non è Covid ma esigenza niente pressioni, niente di niente no scadenza è benza interiore la scintilla di un fuoco perenne rabbia repressa che esce su queste frequenze sul sequencer ho sempre messo tutta la mia vita scritta forte a penna sul foglio niente matita di certo avrei cambiato nel tempo più di una virgola l’inchiostro è indelebile la vita è solo una singola. Il tempo speso per sognare non è mai perso il tempo per sognare risiede in ogni verso il tempo perso è restare fermo immerso tra le due lancette a cercare un senso. Il tempo speso a non sognare è tempo perso il tempo per sognare risiede in ogni verso il tempo perso è vivere in modo diverso tempo personale da usare in quest’Universo. Perdermi mi sono perso, immerso in un mare terso nel buio immenso dei mio Universo che trova un senso solo quando tutto questo è spento e adesso non fa più spavento richiamo il vento l’ululato dei pensieri che oramai sanno la via sono di casa con residenza, la mia la notte col suo buio però mi tranquillizza anestetizza il male e allontana chi terrorizza Nictophobeea cioè paura della notte ma è stato sempre il giorno a darmi le peggio botte ora paura zero son rimaste fantasie non ho perso tempo ho distrutto le mie fobie nel buio della notte illumino solo l’inconscio tutto silente metto a tacere ogni rimorso forse qualche rischio ho corso perenne rosso ci metto croce sopra come al Pronto Soccorso fin qui a posto, granelli da clessidra riparto con nuova testa manco fossi Idra gira la ruota gira la faccio girare non perdo altro tempo stando fermo a guardare fare o non fare qui non c’è provare fai ciò che devi fare non puoi rimandare tempo perso diventa tempo per sognare ricordalo e dillo a chi ti dice di cambiare.
13.
Cielo nero 04:10
Abbiamo avuto il piombo, abbiamo avuto il fango abbiamo avuto tutto ma vediamo ancora in nero e in bianco stanco sono stanco m’incanto manco tanto assomiglio a Cash e Tango mi avvicino a Ciccio e Franco trama all’italiana la dose quotidiana di merda che ci piove addosso ogni settimana lavato con Perlana poi Ava come lava il cielo resta nero a colori consumava tramo la trama filo spesso del discorso sgamo chi sgama e con bava brama per rimborso tutti qui tutti mc tutti benvenuti ok tutti presenti si ma testi senza contenuti siete Venuti come Mario giù dai bassifondi la rima ogni capello ma siete Mario Biondi tutto si spiega il talento annega tu e la tua congrega brutta piega e nega di non farne parte mega a caccia di soldi proprio come in El Dorado vi fareste in sette parti come le sfere del Drago senza dignità a sfoggiare lusso e social poi per carità ogni tanto fate musica non dimenticate ciò che date poi avrete mille dischi d’oro appesi alla parete tutti quanti numeri che calcolerete tutti finti G fino a che avrete rete dopo “no segnale” rimane quello che fate tutto avrà il suo peso compreso vostre cazzate di rime ben serrate da voi mai ascoltate d’altronde, se cerco rap voi cosa c’entrate? bella domanda tutti in branda outfit da Standa rimanda indietro il nastro e impara insieme alla tua banda oltre le vocali ci son le consonanti molto più difficili ma almeno più varianti. Il mio cielo è nero in mezzo al tuo cielo Blanco la musica è la stessa ma è cambiato tutto il palco rabbia e passione sono in pensione già da tanto sento la tua canzone ed è perfetta per il salto si ma a testa in giù, bunjee jumping senza fune non ho più l’antidoto ma resto sempre immune di merda ce n’è un fiume e non sai nuotare neppure tutto mi sta stretto tipo le tue congetture eppure sono io che sbaglio almeno stando ai vostri numeri tra semi analfabeti ragazzini e peli pubici bussano alla porta, Tik Tok chi è? Sono sempre Sima scrivo e ascolto sempre rap non mi interessa come flexi, che cosa spacci quanto sollevi a me interessa solo quanto spacchi e sappi bisogna farsi il culo come Vale Nappi se strappi na botta di troppo poi collassi tutti assi, ma non in questa mano cambia le carte oppure resta sul divano mi viene il nervoso a sentirvi solo blaterare senza senso compiuto avete zero spina dorsale legge del Taglione dove il forte schiaccia il debole il coglione non è in gara eppure qui fa lui le regole contro ogni ingiustizia mi metterò in mezzo tu vedi la calma in me ma non mi vedi dentro sento più spesso violenze subite e impartite da gente che amate seguite e non vi aspettavate società in declino quindi tocca stare accorti io cammino dritto su pavimenti storti occhio a come ti comporti attento a ciò che dici con chi tu ti circondi scegli bene gli amici porta rispetto là fuori non ti è dovuto niente alla gente parla meglio che è molto conveniente.
14.
Mystique 03:00
Hai mai pensato di avere i giorni contati? tra un impegno e l’altro in marcia come soldati tutti indaffarati occupati e volti segnati graffiati dai pensieri che non si sono scrollati come adesivi su un muro non troppo ruvido difficili da togliere c’è un cielo grigio tiepido ti alzi la mattina più domande che risposte tanti i sé e i forse ma con forze opposte non ricordo più dove le ho riposte intendo le risorse le energie quelle nascoste tutto quanto passa passerà o è già passato a volte oltre la pioggia, diluvia sul bagnato mai asciugato e perché avrei dovuto ho imparato ad adattarmi mai stando seduto ho bevuto fino all’ultima goccia dentro al mio vaso per evitare il trabocco così a caso. Passano i giorni scorrendo uno dopo l’altro tutti uguali sfrecciano, ruote sull’asfalto alcuni però si inceppano strada facendo e di colpo non sai perché tu stai percorrendo la stessa strada da almeno un paio d’anni uguale a molte altre ma questa ha portato danni non solo quelli fisici con pensieri enormi ingombranti cosi tanto da non riuscire ad oppormi come pormi, sottopormi al quotidiano più ci penso troppo e meno vado lontano lui entra in casa come se avesse le chiavi non farsi trovare però spetta a quelli bravi schivi per natura ma sempre pronti a tutto pronti a cambiare le carte e il loro costrutto in piedi nascosti tra le pareti del pensiero in un mare di dubbi rimanendo sempre vero.
15.
Check-out 01:30

about

Interamente scritto, prodotto, registrato e mixato da Sima presso EclisSima studio.

Label: s!ma
Mix: Sima
Master: Don MadDonald youtube.com/@DonMadDonald
Grafica: Doom Scrollers (Fabio Roversi e Lorenzo Fornaciari)
instagram.com/doomscrollers.studio

credits

released August 11, 2023

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SIMA Parma, Italy

Sima nasce dal bisogno di buttare fuori sensazioni, sentimenti, stati d'animo. Ogni testo è uno sfogo a tu per tu con la vita e spesso anche con la morte. Inkflow, come il passaggio indelebile della penna sul foglio lascia dietro di sè un'impronta, così lo scorrere del tempo lascia segni indelebili nelle nostre vite. A volte son ricordi di sorrisi, a volte sono cicatrici che ci portiamo dentro... ... more

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